LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA N. 256 del 23 Settembre 2019

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Martedì, 23 Aprile 2024

Il PD è Vivo

A distanza di un mese, oggi la Direzione Nazionale del PD è tornata a riunirsi. Se l’ultima volta erano bastati pochi minuti per approvare la proposta del segretario di dare il via libera al governo giallorosso, oggi la discussione è stata lunga ed approfondita.
In queste settimane sono accadute molte cose: la nascita del governo, appunto, la nuova Commissione Europea con la rappresentanza italiana affidata a Paolo Gentiloni, la scissione di Italia Viva.
Materiale sufficiente per farci sopra ben più di una riunione, tant’è che la Direzione è riconvocata per prossima settimana.
Provo a tematizzare le tre vicende sopra richiamate.

Il governo. Sulla opportunità della scelta fatta non ci sono ripensamenti. Io stesso, che avrei favorito un diverso esito, oggi ne sostengo convintamente le ragioni. Ne colgo infatti le opportunità, alcune delle quali già manifestatesi col cambio di atteggiamento verso l’Europa, con la discesa dei migranti dalle navi, con la chiusura (si spera) di una stagione all’insegna dell’odio e dell’intolleranza.
Tuttavia abbiamo ben presente chi siano i nostri attuali alleati e personalmente nutro forti perplessità sul fatto che possano mutare pelle. Con loro, è inevitabile, sarà una competizione condizionata anche dai numeri ancor più ridotti della nostra rappresentanza parlamentare dopo la scissione. Come ha ben detto nella sua introduzione il vice segretario Orlando il M5S è la radiografia dei nostri limiti: è cresciuto alimentandosi di molti nostri errori (anzitutto di supponenza) utilizzati poi in salsa populista. Con loro sono possibili convergenze su questioni significative: lotta alla povertà, sostenibilità ambientale. Ci sono forti distanze in campo istituzionale, sulla democrazia rappresentativa. Quanto alle alleanze locali, data per fatta quella umbra, nessun automatismo.

L’Europa è un altro discrimine. Non è un caso che il voto dei 5S sulla nomina del capo della Commissione Europea abbia segnato una frattura irreversibile con la Lega. Anche in questo caso nulla è scontato, e sarà del resto anche nostro compito evitare di rimanere succubi dell’asse franco-tedesco come ora vanno strillando Salvini e Meloni. Una sfida oggi rilanciata è quella di costruire rappresentanze politiche su base europea: il PSE ormai non basta più, e ripropone logiche nazionali di scarso respiro.

Infine la scissione: non c’è motivo politico per giustificarla. Essa rischia di indebolire il governo prima ancora che il partito. Ma anche su questo punto va fatta chiarezza: essa non muta la natura del PD, le culture politiche che lo hanno costituito facendone la Casa dei Riformisti continuano ad esservi tutte rappresentate. Chi se ne è andato lo ha fatto per altri motivi, chi vorrà restare avrà modo di proseguire quel lavoro.
Ed anche per questo il Segretario si è reso disponibile ad aprire una nuova fase interna, che superi le divisioni cristallizzate nell’ultimo congresso.
In attesa dei primi provvedimenti concreti del nuovo governo, che dimostrino che quella di agosto non è stata una manovra di conservazione e di potere ma di forte cambiamento, c’è quindi molta materia su cui discutere e dimostrare che, nonostante tutto, il PD è Vivo.

Enrico Brambilla

www.enricobrambilla.it   

 

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