LA NEWSLETTER DI ENRICO BRAMBILLA N. 259 del 10 Aprile 2020

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Giovedì, 25 Aprile 2024

Agli auguri di Buona Pasqua (mai così sentiti come quest’anno) aggiungo qualche pensiero: sono le domande che mi sto facendo (come tanti presumo) in questi giorni e che provo a condividere nell’attesa che si torni a poterci parlare liberamente.

1. Usciremo davvero migliori? Non è scontato. Agli arcobaleni sui balconi dei primi giorni di clausura ora torna ad affiancarsi molto risentimento sociale. Quando l’emergenza sanitaria passerà in secondo piano ho il timore che si imporrà quella economica. E non è detto che andrà tutto bene.

2. Sarà la società dell’immunitas o quella della communitas? Rubo queste espressioni ad Aldo Bonomi, raccomandando la lettura del suo bel pezzo sul Manifesto del 4 aprile scorso. E provo a tradurre: prevarrà la voglia di tutelarsi dal contagio e quindi la diffidenza verso gli altri o il desiderio di tornare in gruppo, di essere animali sociali? Eppoi, quale idea di communitas prevarrà, quella inclusiva ed operosa o quella chiusa ed identitaria?

3. Come cambierà il lavoro? Diffido del dilagare del nuovo mantra dello Smart working: che non diventi il nuovo modo per il capitale di frammentare e cottimizzare ancor di più il lavoro. Il lavoro agile può servire in alcuni casi e per determinati periodi ma ci sono un sacco di attività che ne sono escluse. E sono, in gran parte, attività che sono sin qui state ritenute marginali nella scala sociale. Riusciremo a rivedere la gerarchia dei mestieri, dando maggiore risalto (e remunerazione) a quelli di maggiore utilità a fronte di altri inutilmente strapagati?

4. E la democrazia? Non vedo all’orizzonte, almeno da noi, rischi autoritari. Certo, il timore che si diffonda un senso di inutilità delle assemblee elettive nel proliferare di decreti-stampa esiste, e va arginato. Sarà tuttavia necessario che le istituzioni, per resistere, riaffermino la propria funzione. La politica deve tornare a progettare futuro: le scaramucce, i battibecchi dei talk show andrebbero rifuggiti.

5. Riuscirà la sinistra a cogliere questa occasione epocale? La risposta a questa domanda è forse la chiave anche per tutte le precedenti. Oggi tornano ad acquisire dignità e centralità parole che sembravano desuete: collettività, interesse pubblico, stato. Non oso spingermi fino al termine Comunismo (anche se a me la bandiera cubana all’ospedale di Crema ha messo i brividi). Il sociologo/filosofo Zizek ne parla, in termini di nuovo comunismo, diverso da quello storico: “Per battere il virus servono coordinamento e cooperazione globale. Ci accorgiamo di aver bisogno gli uni degli altri come non era mai accaduto prima.”
Allora la Storia non è finita?

Buona Pasqua
Enrico Brambilla

p.s. Sul mio sito potete trovare alcuni degli articoli citati, ed altri spunti.

 

www.enricobrambilla.it   

 

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