Il cielo d'Irlanda
"È un oceano di nuvole e luce" (Massimo Bubola). La luce dei diritti civili, del voto al referendum che rende possibile il matrimonio tra persone dello stesso sesso in un paese dalle solide radici cristiane, nel quale fino a vent'anni fa l'omosessualità era illegale. Le nuvole dell'egoismo, in quello stesso Stato, che nega diritti ed accoglienza ai migranti e si oppone alle intese in sede comunitaria, a meno che si tratti di profughi fiscali per i quali le porte del paradiso irlandese sono spalancate. Temi diversi tra loro, d'accordo, ma "quante strade un uomo deve fare perché sia chiamato Uomo?" (Bob Dylan)

La settimana in Regione
Anche la Lombardia ha avuto il suo piccolo "coming out", con il patrocinio concesso al Gay Pride milanese grazie al voto favorevole, in ufficio di presidenza, oltre che di PD e M5S, del leghista-liberal Cecchetti. Alle reprimende maroniane ha fatto da contraltare il defilarsi di Salvini: segno di crepe nel Movimento. Ancor più grandi però, su altri fronti, sono i dissapori con il resto del centro-destra. "Continuando così Maroni smonterà la maggioranza": non è una mia congettura, ma sono le testuali parole del capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, che prosegue: "Non apprezziamo il continuo feeling di Maroni con i Cinquestelle, anche se capiamo benissimo l'obiettivo strumentale di captare qualche 'votarello' di protesta." A far arrabbiare Pedrazzini più che motivi politici (anche lui ha votato il referendum autonomista, con Lega e M5S) sono le poltrone: erano in ballo quelle del cda di Pedemontana ed il candidato forzista è stato trombato.

La Lombardia in Festa
Ieri, 29 maggio, era il giorno della Festa della Lombardia. Non se l'è filata quasi nessuno. Alla manifestazione dei giovani padani sotto il Pirellone, con lo striscione "Lombardia Indipendente" hanno risposto a malapena una quarantina di persone. Tra loro per qualche foto anche il Presidente Maroni, che vinse le elezioni con lo slogan "La Lombardia in Testa". Ora che i dati ci confermano il declino del modello padano, e viste le difficoltà di intesa nella maggioranza su come farlo ripartire, sembra aver ripiegato su un più godereccio "La Lombardia in Festa". Per qualche mese, grazie anche ad Expo, potrà forse funzionare, poi, finita la Festa...

Io, speriamo che me la cavo
In Lombardia ci sono 650 cave attive e 2900 cessate. Gli addetti occupati nel settore sono circa 2000. I materiali maggiormente estratti sono sabbia e ghiaia, per i quali la nostra regione è seconda in Italia, dopo il Lazio. La competenza a legiferare in merito è delle regioni, quella amministrativa ricade in gran parte sulle province. La legge lombarda risale al 1998 ed è ormai palesemente superata, così come gran parte dei piani cave provinciali ormai scaduti. Su questo tema il gruppo regionale del Pd ha organizzato in settimana un seminario, presentando le proprie proposte di revisione che tengono insieme tutela dell'ambiente, legalità e certezze di regole per gli operatori del settore. Particolare attenzione riteniamo debba essere posta alle cosiddette cave di prestito, proliferate negli scorsi anni per la realizzazione delle grandi infrastrutture al di fuori di ogni logica programmatoria.

Diario della crisi: la Star
Consiglio comunale aperto sulla crisi della Star, l'altra sera ad Agrate. Ce ne eravamo occupati un anno fa, con una visita della IV Commissione regionale allo stabilimento. In quella occasione l'azienda si assunse alcuni impegni: nuovi investimenti per modernizzare gli impianti e contenimento del ricorso agli ammortizzatori sociali. Purtroppo il seguito non è stato positivo: gli investimenti effettivamente realizzati sono meno della metà di quanto preventivato, mentre sul versante occupazione addirittura ora alla cassa integrazione fanno seguito le minacce di licenziamenti. I lavoratori rimasti sono circa duecento: pochissimi rispetto ai tremila degli anni migliori. Purtroppo gli strumenti per far cambiare idea alla proprietà spagnola sono scarsi, tuttavia occorre non lasciare soli i dipendenti. La stucchevole litania per cui bisogna difendere i lavoratori, non il posto di lavoro, come se non ci fosse più alcuna relazione tra le due cose mostra sempre più la corda. Una volta che tutti i posti di lavoro saranno spariti, che faranno i lavoratori?

I presentabili
Domenica si vota in molti comuni lombardi. Due capoluoghi: Lecco e Mantova, più altri centri "minori". In Brianza c'è Seregno, roccaforte del centro-destra. Espugnabile. Il nostro condottiero è William Viganò. Con lui due liste di persone assolutamente rispettabili. Stavolta godiamoci la "fortuna" di stare in Lombardia: nelle nostre liste, qui, non ci sono impresentabili. Ed un augurio particolare al mio collega di Consiglio regionale Paolo Micheli, pronto a lasciare il Pirellone qualora eletto sindaco della sua città, Segrate.

Appuntamenti
Mercoledì 3 giugno dalle ore 17 sono su Milanow (Telelombardia); Giovedì 4 alle 21 a Briosco, per un incontro con la cittadinanza sui temi regionali organizzato dai circoli Pd Alta Brianza.

Enrico Brambilla