Stampa

La resa di Chiamparino
La mia settimana politica è iniziata nel peggiore dei modi, ascoltando lunedì mattina su Radio 24 la ministra Lorenzin affermare (oltre ad un sacco di sciocchezze sul tema dell'appropriatezza delle cure) che l'aver affidato alle regioni la competenza legislativa sulla sanità sia stato un grave errore. Come se la gestione centralizzata sia di per sè più efficiente o garanzia di trasparenza. Semmai lo Stato dovrebbe a sua volta rafforzare la vigilanza ed impedire scelte locali che confliggano coi princìpi generali. È l'esatto contrario di quanto ha fatto la suddetta ministra targata NCD che ha deciso di non impugnare alla Corte Costituzionale la recente legge lombarda per compiacere i suoi amici che qui stanno in giunta con Maroni, limitandosi ad alcune blande raccomandazioni. Poi sono arrivate le cifre della legge di stabilità e la conferma dell'ulteriore taglio ai fondi per la sanità, con la conseguente presa di posizione di Chiamparino che si è dimesso dalla Presidenza della Conferenza delle Regioni. Forse più che dell'IMU sui castelli ci dovremmo preoccupare della tenuta di un sistema sanitario universalistico che nonostante gli scandali è tra i più tutelanti e meno costosi  tra i paesi occidentali.

La settimana in Regione
Dalla fiducia al rimpasto: dimenticato (e scaricato) in fretta l'ex potente vicepresidente ed assessore alla sanità Mantovani, cui il giudice ha negato la scarcerazione, la maggioranza di centrodestra cerca di serrare le fila per provare a resistere ancora un po'. Almeno fino ai primi di dicembre, quando avrà inizio il processo a Maroni. La mozione sottoscritta da tutti i gruppi di minoranza con cui si chiedeva di mettere fine a questa sgangherata legislatura regionale è stata respinta da una maggioranza compatta, che attendeva solo la spartizione delle spoglie di lì a qualche giorno. Il bilancio finale vede ancora parecchi scontenti e conferma l'inaffidabilità di Maroni rispetto agli impegni assunti. L'interim alla sanità doveva durare fino ad agosto, poi spostato ad ottobre, ora minaccia di tenersela fino al 2018.

La canzone del maggio
Se l'esito del voto di fiducia era numericamente scontato, meno lo erano le motivazioni con le quali Maroni avrebbe difeso il proprio operato. Dall'uomo della ramazza ci saremmo aspettati se proprio non un'autocritica almeno un impegno a rimuovere lo sporco accumulato sotto i tappeti di Palazzo Lombardia. Nulla di tutto ciò: non una parola sullo sconsolante quadro di sudditanza dei direttori generali della sanità emergente dall'ordinanza del Gip. Il governatore se l'è cavata ricordando che le responsabilità penali sono personali, omettendo ogni riferimento a quelle politiche. Un'autoassoluzione affatto convincente, che mi ha portato a chiudere il mio intervento, a nome del gruppo PD, citando De Andrè: " per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti".

Todos caballeros
Tornando al rimpasto di giunta (il terzo, finora, e non certo l'ultimo), sembrerebbe uscirne più forte la Lega, che sostituisce un'assessore uscente (la poco addomesticabile Cantù) con la fidata Brianza e mantiene altresì il controllo del superassessorato sanità e welfare in mano al suo Presidente. Forza Italia tiene apparentemente le posizioni (esce Mantovani, sale Gallera) ma perde deleghe e potere: la Gelmini ieri non pareva molto sorridente. NCD al solito galleggia  e si rende indispensabile, anche se a breve perderà un consigliere per le dimissioni di Carugo.
Ancora uno smacco per la lista civica Maroni Presidente, rimasta ancora senza poltrone. Il paradosso è che l'80% del “fatturato” della Regione è nelle mani di Maroni e che per gestire il restante 20% siano necessari 14 assessori e 4 sottosegretari, alcuni dei quali con delega all'aria fritta. Il solo modo per governare una truppa recalcitrante è quello insegnato da Carlo V: Todos caballeros.

Più pistole per tutti
Il tragico episodio di Vaprio d'Adda ha scatenato come al solito un proliferare di idiozie e strumentalizzazioni disgustose. Mai come in questo caso mi sento di dire che occorra anzitutto rispettare la magistratura e lasciare che appuri le reali dinamiche del fatto. La Lega non ha perso invece tempo e, come da subito annunciato da Maroni, nella seduta di Giunta regionale di ieri ha approvato (inserendolo all'ultimo momento nell'odg) il regolamento per sostenere le spese legali dei cittadini incriminati per eccesso colposo in legittima difesa. Non conosciamo ancora il testo, che dovrà ora approdare in commissione e sul quale non faremo mancare le nostre puntuali obiezioni, del resto già espresse quando venne costituito il relativo fondo a bilancio. Comunque non potrebbe essere applicabile al caso in questione, se l'accusa rimanesse quella di omicidio volontario, salvo che la stessa venga in seguito modificata.

Sanità in evoluzione
L'evoluzione (non riforma) del sistema sanitario lombardo affronta nei prossimi giorni due snodi importanti: la revisione della mappa delle aziende sanitarie e la costituzione dell'Agenzia dei controlli. Sul primo versante, terminate le audizioni, entro il prossimo lunedì andranno depositati in commissione gli emendamenti. Il PD ha pronta una sua proposta, sulla base di quanto richiesto dai territori. Per quanto riguarda la Brianza si propone il ripristino dell'Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza, ovvero la costituzione di una ASST di Monza che ricalchi la vecchia USSL 64 e la ricongiunzione dei distretti di Carate, Desio, Seregno e Vimercate in un'unica azienda. Per l'Agenzia dei controlli è invece scaduto giovedì scorso il bando per le candidature. Il comitato di valutazione dovrà vagliarle e comporre una short list, all'interno della quale la conferenza dei capigruppo di minoranza dovrà operare le scelte.

Appuntamenti
Domenica 25 alle 9.30 alla Casa della Cultura in via Borgogna a Milano Assemblea Regionale PD; giovedì 29 alle 15.30 audizione dei sindaci della Brianza in V Commissione su Pedemontana; sabato 31 dalle 6.00 (di mattina) alle 9.00 su Canale Italia TV.

Enrico Brambilla