PsicoAnalisi del voto
Fare una valutazione sul voto amministrativo dopo il primo turno è quantomeno imprudente. Equivale a giudicare una partita dopo i primi 45 minuti: errore che nessun milanista, almeno post Istanbul, farebbe più. In quello sciagurato intervallo, lo confesso, stappai spumante, forte del 3-0. Ora occorrono prudenza e rinnovato impegno. Nei ballottaggi si riparte dallo 0-0. Finora, sul piano nazionale, nessuno può cantare vittoria. Neppure i grillini che, anzi, a ben vedere, in senso assoluto hanno perso voti. È inevitabile che chi guida la classifica veda gli altri coalizzarsi contro: magari si potrebbe evitare però di aizzarli.

La settimana in Regione
Opposti destini per i due più recenti indagati di Regione Lombardia. Il leghista Fabio Rizzi ha presentato le sue dimissioni dal Consiglio regionale: martedì è avvenuta la ratifica con due soli voti di astensione, uno dei quali quello di Mario Mantovani. L'ex assessore forzista non solo non intende fare passi indietro, ma addirittura rivendica il ritorno in Giunta. Eventualità al momento poco plausibile: per ora deve accontentarsi della nomina nella commissione che si occupa della condizione carceraria. Tornando alla seduta consiliare, la maggioranza ha ribadito la sua avversità alla legge sulle Unioni Civili, bocciando una mozione presentata dal Patto Civico finalizzata a favorirne l'applicazione nei comuni lombardi.

Che sarà di questa Arac, chi lo sa
Martedì il Consiglio ha inoltre ratificato le nomine, stabilite dalla Giunta, dei componenti il consiglio di amministrazione dell'Arac. Secondo la legge istitutiva dovrebbe trattarsi di una Autorità regionale anticorruzione. La delibera dell'altro giorno parla invece di Agenzia. Non si tratta di sottigliezze nominalistiche: mutano radicalmente natura, poteri, funzioni. Il Governo, per non impugnare la legge ne ha chiesto infatti modifiche; Maroni per ora ha cambiato solo il nome ed ha insediato un vertice peraltro molto ben remunerato. Gli servirà, se non altro, da copertura mediatica. PD, Patto civico e M5S non hanno partecipato al voto.

Società senza capo
Finlombarda ed Infrastrutture Lombarde sono le due più importanti società di Regione Lombardia. La prima ne è la cassaforte, la seconda il braccio operativo. Entrambe stanno ridefinendo le proprie missioni con trasformazioni di assetti e di obiettivi. Sono però da lungo tempo prive di un Direttore Generale, cioè della figura tecnica necessaria per guidare questi processi. Finlombarda era nelle mani di un fedelissimo maronita: Giorgio Papa da Varese. Anche la fedeltà ha però un prezzo e quando si è visto tagliare lo stipendio da 320 a 240 mila euro l'anno lui ha tagliato la corda, accasandosi alla Banca Popolare di Bari (il Sud non è più un tabù per i leghisti in affari). Il suo successore proviene da un rinomato (per i suoi buchi) Istituto di credito veneto: la Banca Popolare di Vicenza. Anche lui è durato poco, ed a gennaio si è dimesso. Il terzo prescelto è infine deceduto pochi giorni dopo la nomina. Un succedersi di fatti che sta portando scompiglio nell'Ente. Come in Infrastrutture Lombarde, dove ancora si attende il successore di Antonio Rognoni, arrestato nel 2014 e tuttora sotto processo.

L'Italia dei polli
Mentre l'Istat dà l'allarme per il calo di abitanti in Italia (con buona pace per chi sostiene che da noi non c'è più posto), tengono invece i dati della popolazione animale. Abbiamo 6 milioni di bovini, 9 di suini e 600 milioni di pollame, concentrati prevalentemente al Nord. In difesa di questi campioni nordici, contro l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), si è schierata la Lista Maroni. Oggetto del contendere: il consumo di carne. Secondo i para-leghisti di casa nostra gli allarmi dei ricercatori scientifici sono ingiustificati o, quantomeno, valgono solo per quei ciccioni degli americani. Gli animali di casa nostra godono di ottima salute e possono essere allegramente consumati senza rischi per la salute. Anche in questo caso occorrerebbe però intendersi sullo jus soli: due terzi dei nostri vitelli nascono infatti altrove e vengono successivamente importati. È la pratica del ristallo.

Il voto in Brianza
L'uomo della settimana nel centrosinistra brianzolo è Massimiliano Chiolo, trionfatore al primo tentativo nel suo comune di Verano Brianza. Ex aequo per Renato Meregalli, riconfermatosi a Vedano al Lambro. Da mangiarsi le mani per l'occasione persa a Biassono, causa il male endemico della sinistra: la divisione. Missione fallita a Varedo (ma era davvero dura) e grave sconfitta da meditare a Limbiate. Rimangono aperti i tre ballottaggi: ad Arcore e Desio contro il centrodestra, a Vimercate contro il Movimento 5Stelle. Partiamo davanti in tutti e tre i casi: quel che va evitata è la Santa Alleanza degli altri contro il PD. Occorre abbassare i toni della polemica ed usare la ragione: coi lanciafiamme rischiamo di bruciarci.

Appuntamenti
Lunedì 13 alle 17.30 Direzione regionale PD.

Enrico Brambilla