In quale Direzione
Alla Direzione nazionale di lunedì prossimo, potendo, direi le seguenti cose.
1.È necessario rielaborare il nostro progetto per il Paese: proseguire nel solco di quanto sin qui fatto è insufficiente e ci porterebbe ad una sconfitta certa.
2.Occorre altresì definire le ragioni e le regole del nostro stare insieme in un partito.
3.Il congresso deve servire a discutere dei due punti precedenti, prima ancora che di leadership o di equilibri interni.
4.Per questo ha bisogno di tempi appropriati e non può consumarsi nei gazebo.
5.In primavera ci sono elezioni amministrative importanti ed è bene ci si concentri per vincerle, con ampie alleanze di centrosinistra.
6.Staccare la spina al governo Gentiloni sarebbe suicida.
7.Il voto politico anticipato serve solo a Grillo e Salvini.
8.Il Parlamento deve continuare a lavorare per fare una buona legge elettorale, ma non solo.
9.Se deve esserci premio di maggioranza, meglio che sia al partito anziché a coalizioni forzose.
10.Le norme sui voucher vanno cambiate: non possiamo affrontare divisi un altro referendum.

La settimana in Regione
Anche per questa settimana la notizia più importante viene dalle aule del tribunale, anziché da quella di Palazzo Pirelli. La pesantissima condanna in primo grado (13 anni) dell'ex assessore alla casa, Domenico Zambetti, ha lasciato senza parole anche gli amici di allora. Ricordo che il suo arresto, nell'autunno 2012, segnò di fatto la fine dell'era Formigoni, con lo scioglimento anticipato del Consiglio Regionale. Non si parlava di semplice corruzione, ma di sostegno della criminalità organizzata. Il dubbio che rimane è quanto la metastasi si sia nel frattempo diffusa. Sul versante politico regionale, la marcia di avvicinamento alle elezioni sta provocando fibrillazioni soprattutto negli alfaniani di casa nostra (qui si chiamano Lombardia Popolare). Sono previste migrazioni verso Forza Italia.

La battaglia di Vigevano
Il comune di Vigevano, oggi in provincia di Pavia, vuole aderire alla Città Metropolitana di Milano. Le argomentazioni portate affondano nella Storia, dai Visconti agli Sforza sino alle battaglie risorgimentali, oltre che in solide relazioni economiche e sociali. La Regione deve esprimere il proprio parere, da trasmettere al Parlamento per la decisione finale. A tal fine si sta definendo una griglia valutativa, da utilizzare anche per future analoghe richieste. C'è però un problema di fondo irrisolto, sull'idea stessa di Città Metropolitana: non solo una questione di confini, ma di natura, peso e poteri. Intanto si consuma una frattura all'interno della Lega, partito cui appartiene il sindaco di quel comune. Maroni gli ha già fatto sapere di essere contrario: teme di rafforzare un soggetto potenzialmente concorrente al centralismo regionale.

L'affitto breve
Dopo Uber contro i taxisti ora è la volta di Airbnb contro gli albergatori. O viceversa. A Milano, a fronte di 440 alberghi ci sono circa 19.000 appartamenti disponibili sulla piattaforma di affitti brevi. È un fenomeno esploso in questi anni ed ormai fuori controllo, sia dal punto di vista degli standard di servizio che da quello fiscale. Inoltre la maggiore convenienza per i proprietari di casa di ricorrere a questa forma di locazione rispetto a quelle tradizionali sta facendo lievitare i canoni, soprattutto nella grandi città. Senza pensare di mettere le catene ad una evoluzione che sta interessando tutto il mercato dei servizi, sono però opportune regole che ne evitino distorsioni ed abusi. Sul modello di quanto avviene in altre città europee abbiamo quindi proposto l'introduzione di un codice identificativo che comporti la tracciabilità del contratto, altrimenti non soggetto a registrazione. Occorre evitare che l'economia di scambio diventi terreno di speculazione.

Diario della crisi: la K Flex licenzia
La scorsa settimana ho raccontato l'incredibile vicenda dell'azienda di Roncello, pronta a scappare in Polonia per via del tetto malconcio dello stabile attualmente utilizzato, e nonostante i cospicui utili realizzati. Mercoledì 8 era convocato un incontro presso il Ministero dello Sviluppo, cui però l'azienda non si è presentata. In compenso, Assolombarda ha inviato per suo conto una lettera avente ad oggetto il licenziamento collettivo per riduzione del personale riguardante 187 lavoratori. In pratica l'intera forza lavoro relativa ai reparti produttivi diretti, ed una parte degli amministrativi e commerciali, sono lasciati a casa per la totale cessazione dell'attività produttiva. Fino a pochi giorni fa l'azienda negava tale intenzione ed accusava i lavoratori in sciopero di causare gravi danni economici e perdita di commesse. Ora chiede loro di rientrare in fabbrica, condizione per trattare un'eventuale "buonuscita". Invito chiunque sia in zona a portare la propria solidarietà a chi sta lottando non solo per il proprio futuro.

Appuntamenti
Domenica 19 congresso del circolo PD di Vimercate.

Enrico Brambilla