Il voto utile
Il voto per Andrea Orlando alle primarie di domani è utile per tutti. Per chi ne condivide le idee, innanzitutto: ad esempio sul fatto che sia meglio usare i soldi pubblici per gli investimenti piuttosto che per elargire bonus. È però utile anche ai sostenitori di Renzi che abbiano a cuore le sorti del PD: anche a loro dovrebbe essere chiaro che una vittoria troppo schiacciante del segretario uscente non gioverebbe affatto. Lo spingerebbe all'immediato incasso con elezioni anticipate ad altissimo rischio. Infine serve a chi da noi si è allontanato ma continua a coltivare il sogno di un nuovo Ulivo. Il centrosinistra ha bisogno del PD, e viceversa: in questo assioma sta il senso del necessario sostegno ad Orlando.

La settimana in Regione
Niente Consiglio e poche commissioni: la settimana della Liberazione dipinta di blu è volata molto bassa in Regione. Si è parlato di carburanti, con la presentazione di un emendamento alla legge di semplificazione che prevede l'obbligo di dotarsi di colonnine per la ricarica elettrica per quegli impianti che erogano più di 10 milioni di litri annui di combustibili. Si è discusso di turismo, con l'illustrazione del piano annuale della promozione turistica e dell'attrattività. È stata licenziata in V Commissione l'integrativa del Piano Territoriale Regionale, che verrà in aula a metà maggio, ed infine in VII si sono avviati i lavori sul programma triennale per la cultura 2017-19 e sul programma operativo annuale per la cultura.

Il malato immaginario
Terzo consecutivo rinvio, dallo scorso marzo, per il processo a carico di Roberto Maroni. Stavolta la ragione è nel mal di schiena dell'avvocato di fiducia, quell'Aiello già famoso per la parcella da oltre 180 mila euro per la causa contro Formigoni. Ormai la strategia difensiva è evidente: rimandare il più possibile in là una sentenza che si dà per scontato sia di condanna, con relativo rischio di decadenza. Così Maroni si tiene alla larga dai magistrati. Il paradosso è che nel frattempo continua ad imbarcare membri del sistema giudiziario nel suo entourage. L'ultimo in ordine di apparizione è Michele Vietti, già vicepresidente del CSM, in prima linea per la presidenza di Finlombarda. Ad ogni nuovo scandalo anziché rimuoverne le cause si assume un giudice: a questo punto si potrebbero celebrare i processi direttamente a Palazzo Lombardia, così andrebbero più spediti.

Aria europea
Il giochino del rinvio , molto in uso dalle nostre parti, è fortunatamente meno tollerato in Europa. Qui Maroni rischia di far pagare all'Italia (e ai lombardi) una multa assai pesante per non aver saputo contrastare l'inquinamento atmosferico. Se nei prossimi due mesi non ci sarà un'inversione di rotta, partirà il deferimento alla Corte di Giustizia europea, con il rischio (certezza) di condanna. Sono trenta le aree sotto accusa, ma le più problematiche stanno nella verde Padania. Qui si scontano certo tipicità ambientali, ma soprattutto la voluta inerzia del governatore, che ha scaricato sui sindaci ogni decisione. Insomma: “Lumbard, paga e respira” (PM10).

Il lavoro che manca
"Ella risulta tra i lavoratori da licenziare": inizia così il telegramma ricevuto dai 187 lavoratori della K Flex di Roncello. Il 27 aprile è scaduto il termine per un eventuale accordo, ora la parola passa al giudice. Uguale sorte ci è stata illustrata in settimana in IV commissione da 21 dipendenti della Senter Reply, ritenuti in esubero dalla loro azienda che fornisce servizi informatici alle aziende sociosanitarie lombarde. Nella stessa seduta è stato paventato l'imminente benservito a 16 persone della Trenno, la società che gestisce l'ippodromo di San Siro. Eppure, c'è ancora gente convinta che il problema dell'Italia fosse l'impossibilità di licenziare. Buon primo maggio.

Bandi Regionali
Bando Wonderfood and Wine (Decreto n. 4514 del 20/04/2017)
Scadenza: dalle ore 14:00 del 5 giugno 2017 alle ore 12:00 del 30 giugno 2017 (invio proposte progettuali preliminari)  VEDI DECRETO   VEDI ALLEGATO

Appuntamenti
Domani al voto per le primarie del PD: ricordarsi di portare con sè la tessera elettorale.

Enrico Brambilla