Alleanze
È vero, parlare di alleanze interessa solo gli addetti ai lavori. Riuscire a farle, però, può servire a vincere le elezioni. Se non altro perchè a destra son tornati a mettersi tutti insieme, da CL a Forza Nuova. Monza ne è stato un esempio. Talvolta, quando le distanze sono minime, anche l'1 per cento può essere decisivo. Prendiamo le prossime regionali: qualcuno può forse pensare di sfidare Maroni facendo a meno  di chi sta alla sinistra del PD? Certo che poi questa condizione necessaria non è detto che sia sufficiente. Le alleanze infatti, oltre che con altre sigle, vanno anzitutto costruite nella società, con persone, gruppi, ceti, che possano tornare a guardarci con interesse perchè sappiamo prima ascoltare e poi magari risolvere i loro problemi. La ricucitura politica e quella sociale vanno tenute assieme, sono due facce della medesima moneta. Ed abbiamo poco tempo per riuscirci.

La settimana in Regione
Il ritorno del gran caldo è coinciso col collasso di Trenord. Il sempre più improbabile assessore ai trasporti, Alessandro Sorte (facile l'ironia su quella, minuscola, che tocca ai pendolari)  si è difeso dalle critiche sulle numerose soppressioni di treni e sulle inumane condizioni di molte carrozze lamentando le vampe di giugno. La realtà è che paghiamo anni di mancati investimenti e scelte manageriali discutibili, sempre all'interno del cerchio magico maroniano. Lo stesso assessore ha risposto ad una mia interrogazione sulla richiesta dei giudici milanesi di fallimento per Pedemontana manifestando ottimismo sui conti della società, salvo scaricare su Roma la responsabilità della concessione. L'impressione è che sia improbabile la sentenza di fallimento, ma che il problema venga solo rinviato. Infine va segnalata la figuraccia del centrodestra in commissione ambiente: nella seduta dedicata all'assestamento di bilancio è mancato il numero legale. Ormai i loro consiglieri hanno la testa in vacanza, ed alla prossima campagna elettorale.

La competitività lombarda
La Commissione Europea (DG Regio) ha pubblicato la nuova edizione (2016) dell'indice di competitività Regionale. Si tratta di un insieme di indicatori che consentono di comparare le diverse aree territoriali non solo sul piano economico, ma anche della capacità di creare un ambiente attrattivo. Il punteggio finale assegnato alla Lombardia (52,6) la pone al di sopra della media nazionale (37,5) ma al disotto di quella europea (55,3). In questo confronto la Lombardia si distingue in positivo per la Sanità mentre presenta bassi punteggi in materia di maturità tecnologica e istruzione superiore.
Questa rappresentazione è confermata anche dall'ultimo rapporto di Banca d'Italia: il quadro è lo stesso, con la Lombardia prima in Italia per Pil procapite ma solo al 41mo posto in Europa. Da notare la rapida caduta, visto che nel 2001 eravamo tra le prime venti regioni. Insomma, quando guardiamo altezzosamente il nostro Sud dovremmo ricordarci di essere a nostra volta il meridione d'Europa.

Maroni Vice
Il processo di Maroni è più avvincente di una serie Tv, della quale si attende con trepidazione la nuova puntata. Quella andata in onda giovedì è stata particolarmente movimentata e ricca di sorprese. L'avvocato Aiello (che nel frattempo ha avuto l'incarico di assistere anche Finlombarda) è infatti passato all'attacco, accusando i carabinieri del Noe di aver falsificato gli orari di alcuni sms agli atti dell'inchiesta. L'obiettivo sembrerebbe essere quello di trasferire la competenza dal Tribunale di Milano a quello di Roma. I toni in aula sono stati parecchio accesi, la tattica è simile a quella per tanti anni usata dal sodale di Bobo, Silvio B. : non difendersi nel processo ma dal processo. Puntando ad una durata come quella della serie poliziesca degli anni ottanta, 111 puntate in cinque anni metterebbero al riparo dalla minaccia Severino.

Dall'Equitalia alla brace
Lasciare Equitalia è stato un obiettivo molto vantato da Maroni. L'odiato esattore al soldo di Roma sarebbe stato sostituito da gentili signori che prima di pretendere i pagamenti dovuti avrebbero saputo trattare con garbo i contribuenti. Dopo pochi mesi dall'entrata in servizio, i nuovi affidatari sono però stati oggetto di visita da parte della Guardia di Finanza. Che ha scoperto che, oltre ad essere meno vessatori della società pubblica, gli esattori della Duomo Gpa erano anche meno puntuali nel riversare agli enti quanto riscosso. In breve: le tasse non finivano a Roma ma direttamente nelle tasche dei titolari. Pare siano spariti circa 8 milioni. Occorre cambiare lo slogan: Duomo ladrona!

Diario della crisi: H&M
La società svedese, leader del fast fashion, chiude quattro negozi in Italia, due dei quali a Milano. Ha quindi avviato la procedura di licenziamento collettivo per un'ottantina di dipendenti. Nel corso dell'audizione in commissione lavoro è emersa una singolarità. Premesso che il gruppo è solido e macina utili, la spasmodica ricerca di aumento della marginalità economica ha nel costo del lavoro il suo focus principale. Ecco quindi che uno dei negozi che chiude in Corso Buenos Aires a Milano è rimpiazzato dell'apertura di un altro punto vendita nella stessa via ed alla stessa altezza ma sul marciapiede opposto. In tal modo l'azienda si libera degli addetti a tempo indeterminato della vecchia sede e li sostituisce nella nuova con giovani con contratti a tutele crescenti o a chiamata. Tutto legale, ma tutto ingiusto.

Appuntamenti
Martedì 11 alle 21 sono alla festa dell'Unità di Besana per un dibattito sul referendum lombardo; giovedì 13 alle 17.30 assemblea regionale dell'Area Orlando a Palazzo Lombardia, sala Biagi, venerdì 14 alle 20.30 su Telenova.

Enrico Brambilla