Dalla Sicilia alla Lombardia si passa per Roma
Dallo scorso lunedì abbiamo un impegno in più: non ripetere in Lombardia gli errori che hanno portato alla vittoria di un ex (?) missino in Sicilia. A mio parere ci sono le condizioni per evitare questa iattura, anche se, allo stato attuale delle cose, i segnali non sono affatto confortanti. Mi riferisco, in particolare, al rapporto coi gruppi alla sinistra del PD che non sembrano intenzionati a sostenere la candidatura di Giorgio Gori. La questione delle primarie, ed ancor più quella della loro data, è evidentemente pretestuosa. Il nodo è la contestualità del voto politico nazionale con quello regionale. Difficile pensare di conciliare conflittualità romana ed alleanza lombarda. Bisogna far di tutto per rimettere insieme i cocci a tutti i livelli. Dall'area orlandiana del PD sono state formulate proposte per la legge di bilancio 2018 che potrebbero servire anche a riaprire un confronto di merito con tutto il centrosinistra. Lunedì ne discuterà la Direzione Nazionale. Sarebbe un bel risultato se diventassero patrimonio comune.

La settimana in Regione
Della seduta di Consiglio, tutta dedicata alla Risoluzione per avviare la trattativa col Governo per l’autonomia, do conto successivamente. Per il resto, dai lavori delle commissioni giungono pochi spunti. In commissione sanità si sta analizzando la quarta parte della riforma, che avrebbe dovuto riguardare università e cimiteri. Questo singolare abbinamento pare destinato a saltare: troppo complessa la materia funeraria, alla quale sarà riservato un provvedimento dedicato, il 228 quinquies. Lo spezzatino sanitario si sbriciola sempre di più. Intanto nuovi guai sono giunti per l’ex assessore Mantovani, al quale sono stati sequestrati beni per 1,3 milioni. Il motivo è l’aver ricevuto soldi attraverso la Fondazione di famiglia, a sua volta destinataria di contributi pubblici regionali.

La Risoluzione approvata
Chi avesse la pazienza per leggersi tutto il testo della Risoluzione sull’autonomia approvata martedì scorso con una larga maggioranza (contraria Mdp, astenuta Chiara Cremonesi), non troverà traccia di statuto speciale nè di residuo fiscale nè di altre sciocchezze che hanno alimentato la propaganda referendaria. Alla fine è uscito un testo equilibrato ed una buona base di trattativa col Governo. Nel mio intervento a motivazione del voto favorevole del PD, oltre a rivendicare la nostra cultura autonomista, ho comunque sottolineato i diversi presupposti su cui fondiamo l’iniziativa. Per noi non si tratta di agitare presunte ingiustizie territoriali, ma di porsi l’obiettivo di un efficientamento complessivo della spesa pubblica. Alla Lombardia dovrà essere affidato solo ciò che può essere fatto meglio a livello locale anzichè a quello centrale, generando risparmi da reinvestire in politiche di coesione.

False aspettative
Il primo incontro al Ministero si è svolto giovedì ed altri sono già in agenda per i prossimi giorni. Per quanto si voglia far vedere che si va di corsa siamo tutti consapevoli che non si arriverà a nulla prima della fine della legislatura. Al massimo si potrà siglare una pre-intesa, con qualche buona intenzione ma nessuna ricaduta pratica. Dietro la comunicazione niente: non è stato ancora confezionato alcun vestito per dare forma alle tante aspettative ingenerate. Non c’è un’analisi approfondita sui costi, sui risparmi attesi, sulle ricadute sui sistemi locali. Tipico del modus operandi di Maroni in tutti questi anni: tutto in superficie, improvvisazione quotidiana, assenza di pensiero. Dovremo essere capaci di smascherare questo bluff, ma anche di mettere in campo nuove e più concrete suggestioni. Si inizia sabato prossimo.

Diario della crisi: Canali
“Con la presente Vi informiamo che la nostra associata Canali Spa, con sede legale amministrativa a Sovico (MB) si trova nella necessità di procedere alla risoluzione di tutti i rapporti di lavoro in essere...presso l’unità produttiva Eraclon di Carate Brianza, a seguito della decisione aziendale di cessare l’attività dello stabilimento.”
Così inizia la lettera inviata lo scorso 16 ottobre da Assolombarda alle organizzazioni sindacali, il cui contenuto e la cui irrevocabilità è stata confermata lo scorso giovedì in IV Commissione. La motivazione addotta è il crollo di vendite di alcuni prodotti, il che peraltro non ha impedito alla società di chiudere l’ultimo bilancio con un utile netto di 8,6 milioni. Il personale "in esubero" è di 134 dipendenti, cui vanno sommati circa 80 lavoratori a domicilio. In settimana è previsto un tavolo al MISE, ma gli spiragli di soluzione sono davvero stretti.

Appuntamenti
Domenica 12 alle 10.00 al circolo PD di Triuggio. Poi, a grande richiesta, torno a “Qui studio a voi stadio” (Telelombardia dalle 15 alle 18).
Giovedì 16 presidio mattutino alle stazioni di Carnate e Monza, nella giornata di mobilitazione regionale PD sulla mobilità ferroviaria.
Sabato 18 alle 14.30 all’Auditorium -La Verdi a Milano inizio della campagna elettorale di Giorgio Gori.

Enrico Brambilla