Babbo Natale non esiste
La mia lettera a Babbo Natale per avere in dono l’unità della sinistra non è andata a buon fine. LeU non sosterrà Giorgio Gori nelle elezioni regionali lombarde del prossimo 4 marzo. Se a livello nazionale la scelta era comprensibile vista la rottura maturata su diversi temi e considerata la legge elettorale prevalentemente proporzionale, qui non lo è. Il candidato presidente di LeU è stato nel gruppo PD per quasi tutta la legislatura ed ha con noi condiviso ogni presa di posizione. Il tavolo di lavoro sul programma non ha mai registrato dissensi, fino all’abbandono maturato non sul merito ma sulla data delle primarie (!). Mi spiace, la presenza di LeU avrebbe arricchito di idee e persone la coalizione. Inutile però ora recriminare o cedere alla tentazione di ricambiare l’astio nei nostri confronti. Si può ancora vincere, con la forza della ragione ed interpretando la volontà di cambiamento. C’è una sanità da riformare, un trasporto pubblico da rilanciare, il consumo di suolo da fermare, l’inclusione sociale da affermare, una destra dannosa da battere: siamo gli unici a poterlo fare, abbiamo il dovere di crederci.

La settimana in Regione
In un’aula distratta dalle novità elettorali il Consiglio di martedì scorso ha licenziato la legge sul contrasto alla delocalizzazione delle imprese. Una legge del tutto inefficace, priva di ricadute concrete, utile solo al centrodestra come bandiera. Si prevede la possibilità di introdurre nei prossimi bandi la revoca dei contributi regionali in caso di trasferimento fuori dall’Unione Europea. È una possibilità (non un obbligo) che non si applica comunque ai bandi cofinanziati dall’Europa (il 90% dei casi) e che non prevede, come noi avevamo chiesto, garanzie sui livelli occupazionali e divieto di cambiamento di destinazione d’uso dei siti abbandonati. Il PD non ha quindi partecipato al voto. Successivamente la maggioranza di centrodestra ha confermato la propria impostazione illiberale decidendo la non trattazione dei progetti di iniziativa popolare sull’uso della cannabis ad uso terapeutico e sul testamento biologico. Approvata invece una mozione urgente, di mia iniziativa, per salvaguardare i servizi svolti dalle Afol Milano e Monza.

Maroni e Fontana
La scelta di Maroni di non ricandidarsi ha diversi motivi. Il principale a mio avviso sta nella crescente incompatibilità tra lui e Salvini, e di conseguenza con gran parte della Lega. I segnali erano stati molti: basti pensare all’impegno del Presidente sulla sede EMA nonostante l’ostilità dei suoi, o alla presa di distanza sulle aggressioni neofasciste, più che tollerate dal segretario federale. A destra però hanno imparato a gestire le lotte intestine ed a trovare rapidamente sintesi. Ecco quindi uscire dal cilindro Attilio Fontana, avvocato varesino e già sindaco di quella città. Sarà il prossimo candidato del centrodestra unito (sulla scheda). Per ora mi limito a ricordare che egli fu Presidente del Consiglio Regionale Lombardo dal 2000 al 2005. Un protagonista di primo piano quindi della stagione formigoniana, quando si costruì quel sistema spazzato poi via dagli scandali emersi negli anni seguenti.

La raccolta delle firme
In commissione Affari istituzionali è stata approvata la proposta di legge per dimezzare il numero di firme necessarie per la presentazione delle liste da parte di chi non è già rappresentato in Consiglio. Se ne discuterà martedì prossimo, nell’ultima seduta di questa legislatura. In caso di approvazione la legge sarà immediatamente esecutiva. La proposta è stata da me depositata negli ultimi giorni dello scorso anno, dopo che un analogo emendamento era stato bocciato in sede di discussione della legge elettorale. Con questo penso di rispondere in maniera concreta alle polemiche di chi ci accusa di voler ostacolare la raccolta e la presentazione di altre liste. D’altra parte non penso che la mancata presenza di un altro simbolo possa farci guadagnare voti: più probabilmente si alimenterebbe l’astensionismo.

Il pedaggio salato
Giovedì scorso ho partecipato con un nutrito gruppo di sindaci del vimercatese e del meratese ad una manifestazione presso la barriera di Carugate sulla tangenziale est. Dal 1 gennaio il pedaggio è passato da 1,70 a 2 euro: un incremento che va ben al di là degli adeguamenti tariffari previsti. Ci sono tante ragioni per ritenerlo discriminatorio: è l’unico casello previsto sulle tangenziali milanesi, non garantisce un servizio adeguato visti i perenni incolonnamenti e la pericolosità del tratto, ed infine costituisce l’unico modo per molti pendolari di raggiungere Milano in assenza di un servizio pubblico adeguato. È noto che la maggioranza azionaria della società fa capo a Regione Lombardia, ed è altrettanto noto che i suoi già ricchi bilanci siano stati spolpati in questi anni per sostenere Pedemontana. Mi farò carico affinché nel programma di Giorgio Gori ci sia un impegno a rivedere il sistema tariffario, pur nel rispetto dell’autonomia degli organi societari.

Appuntamenti
Mercoledì 17 Giorgio Gori è in Brianza. Guarda il programma sul sito PD provinciale.

Enrico Brambilla