Firma la petizione del PD regionale per la sfiducia a Maroni

L'uovo e la gallina
Quella sulle unioni civili non è la migliore legge possibile, ma è comunque bene che venga approvata. Costituisce un indiscutibile passo avanti, per quanto lacunosa e nonostante finisca per rimettere alla decisione dei magistrati ciò che la politica non è stata in grado di definire. Quel che genera stupore in questa vicenda è il dilettantismo con cui è stata gestita una questione di tanta delicatezza. Chi siano i nostri alleati di governo è cosa nota, altrettanto lo è lo schema di gioco dei grillini. Rimane l'amarezza di dover sopportare un'altra volta Formigoni in versione goleador: el segna semper lù.

La settimana in Regione
In attesa della votazione della mozione di sfiducia, prevista per martedì prossimo, Maroni ha trascorso la settimana cercando di rilanciare la propria immagine e riguadagnare un po' di credibilità. È volato da Cantone ed ha quindi proposto la costituzione dell'Arac, autorità regionale anti corruzione. Ennesimo soggetto che si aggiunge a quelli già esistenti deputati a controllare la regolarità di appalti ed affidamenti. Non serve altro: ora è la politica che deve dimostrarsi all'altezza eliminando le mele marce. Finora Maroni in questo ha fallito. Sicuro di farla franca anche stavolta, ha convocato per il 21 marzo i suoi Stati generali, denominati "Dillo alla Lombardia": dubito però che saprà ascoltare la richiesta di pulizia per il cambio di stagione.

Maroni Akbar
Non avevamo dubbi sul fatto che la Corte Costituzionale avrebbe bocciato la legge regionale lombarda sui luoghi di culto, conosciuta come legge anti-moschee. Il contrasto di questa norma non solo con la Carta ma anche col buon senso era evidente agli stessi proponenti, che hanno però ugualmente voluto sfidare i giudici. L'obiettivo non era risolvere un problema ma semmai crearlo per poterlo poi sfruttare a fini di propaganda. In questo Maroni è uno specialista. Stavolta però il gioco non gli è riuscito bene, ed anzi questo pronunciamento sembra sancirne il fallimento: offuscato dalle luci sul Pirellone, travolto dagli scandali e manifestamente incapace di proporre leggi efficaci. Cos'altro serve per sfiduciarlo?

I beni confiscati alla mafia in Lombardia
La Lombardia è la quinta regione italiana per numero di beni immobili confiscati alla criminalità, dopo le regioni del Sud con radicata presenza della criminalità organizzata (Sicilia, Campania, Calabria, Puglia), e prima del Lazio. Al 30 settembre 2015 risultano confiscati in Lombardia 1266 immobili, il 7,2% del totale nazionale. A questi si aggiungono 283 aziende confiscate. È stato presentato nei giorni scorsi un rapporto di Eupolis che ha evidenziato aspetti positivi (riutilizzo a fini sociali) e limiti (scarsa sfida alla cultura mafiosa). Sono necessarie modifiche legislative che snelliscano le procedure di assegnazione (oggi passano anche 9 anni dal sequestro) ma che anche rafforzino una governance unitaria dei beni stessi.

Diario della crisi: luci ed ombre
La vicenda IBM (esternalizzazione di oltre 300 lavoratori ad Adecco) ha avuto sviluppi positivi: in settimana in IV commissione si sono finalmente visti volti sorridenti anche tra le rappresentanze sindacali. La società subentrante, Modis Italia, ha presentato un piano di sviluppo contenente garanzie che sono state considerate soddisfacenti. Purtroppo non così per altre situazioni: Candy e Star, ad esempio, non sembrano in grado di offrire prospettive che affianchino ai sacrifici immediati un rilancio futuro. Coi lavoratori Star si è tenuta un'affollata assemblea ieri sera ad Agrate, in vista dell'incontro al Ministero dello Sviluppo Economico previsto per lunedì 7 marzo.  Il gruppo spagnolo di Gallina Blanca ha ormai spostato all'estero gran parte della produzione, si dice disponibile ad investire ma nel frattempo vuole licenziare.
Per quanto liquido, il brodo ha bisogno di cucinieri.

Appuntamenti
Venerdì 4 marzo alle 21 a Cinisello prosegue il tour Verso Lombardia 2018.

Enrico Brambilla